Artista:Giuseppe Zigaina
Date:
1923 — 2015, PalmanovaInformazioni:Pittore, Italia
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Giuseppe Zigaina
Pittore
Biografia
Giuseppe Zigaina nasce a Cervignano del Friuli il 2 aprile 1923. Dal 1935 al 1943 frequenta il collegio di Tolmino (oggi Slovenia), quindi ottiene la maturità artistica a Venezia. Nel 1946 conosce Pier Paolo Pasolini, con il quale stringe una profonda amicizia, che durerà fino alla morte del poeta. Due anni dopo esordisce nella prima mostra personale alla Galleria il Cavallino di Venezia e partecipa per la prima volta alla Biennale, manifestazione alla quale nel corso della sua carriera viene invitato ben otto volte. Sul finire degli anni Quaranta entra in contatto con Renato Guttuso, Armando Pizzinato, Ernesto Treccani e Raffaele De Grada. Assieme a loro elabora le basi teoriche del movimento realista, del quale si afferma come uno degli esponenti di punta. La sua rappresentazione degli operai e dei braccianti delle campagne friulane e venete, raffigurati con gli attrezzi da lavoro su carri e biciclette, è unanimemente considerata uno dei momenti più alti della scuola neorealista italiana. Sul finire degli anni Cinquanta il movimento neorealista italiano giunge al suo esaurimento, nella pittura, così come nella letteratura e nel cinema. Zigaina abbandona i temi della vita contadina per soffermarsi sugli alcuni aspetti della società industriale, raffigurati con toni cupi e pessimistici. Con la serie dei Generali comincia ad allontanarsi dal canone figurativo, per compiere, a partire dagli anni Settanta, il definitivo passaggio all’informale, nelle Anatomie, le Farfalle, i Colli di Redipuglia, i Paesaggi. La collaborazione con Pier Paolo Pasolini è molto intensa: nel 1949 Zigaina realizza tredici disegni per il volume Dov’è la mia patria, nel 1968 esegue i bozzetti per l’allestimento scenico del film Teorema (che nello stesso anno realizza anche per Il giocatore di Sergeij Prokofiev, per il Teatro dell’Opera di Roma) e nel 1971 recita la parte del frate santo nel film Decameron. Sul finire degli anni Settanta comincia ad elaborare una personale teoria sulla morte/linguaggio del poeta, che ottiene importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. Nel 1984 tiene le prime conferenze sulla morte di Pasolini all’Università di Berkeley e per un breve periodo insegna all’Art Institute di San Francisco. Di lì a pochi anni pubblica una serie di saggi sul tema, alcuni dei quali vengono tradotti in inglese e tedesco: Pasolini e la morte, mito, alchimia e semantica del nulla lucente (Marsilio, 1987), Pasolini tra enigma e profezia (1989), Pasolini e l’abiura. Il segno vivente e il poeta morto (1993), Hostia. Trilogia della morte di Pier Paolo Pasolini (1995), Pasolini. Un’idea di stile: uno stilo! (1999), Temi e treni di Pier Paolo Pasolini (2000), Pasolini, la ricerca e il gioco (2002), Pasolini e il suo nuovo teatro (2003). Sempre per Marsilio Zigaina pubblica anche due raccolte di racconti autobiografici, intitolate Presso la laguna (1995) e Mio padre l’ariete (2001). Sono numerosissimi i premi e i riconoscimenti che conquista nel corso della sua carriera. Le sue opere si trovano nei più importanti musei italiani e in numerose istituzioni internazionali. Sono innumerevoli gli studi che gli dedicano eminenti storici dell’arte come Marco Valsecchi, Marcello Venturoli, Mario De Micheli, Giovanni Carandente, Giuseppe Marchiori, Carlo Pirovano, Carlo Giulio Argan. Muore nel 2015 a Palmanova all’età di 91 anni.