Titolo:Ironia e poesia: l’arte raffinata di Alik Cavaliere
Data:11.04.2020
Testo:Anna Romanin
Multimediali:Mattia Parodi
Ironia e poesia: l’arte raffinata di Alik Cavaliere
Realizzate a un quindicennio di distanza, le sculture Contadini (1952) e Fioritura (1967) indagano due temi cari ad Alik Cavaliere, artista entrato recentemente nella scuderia di Copetti Antiquari.
Ha un sapore particolare parlare di Alik Cavaliere (Roma 1926 – Milano 1998), acquisizione recente e preziosa, che Copetti Antiquari intendono portare il prossimo settembre a Miart, di cui qui si approfondiscono due sculture, Contadini e Fioritura.
Non molto si trova sul mercato di questo scultore eclettico, lontano da mode e correnti, che ha un valore indiscutibile e buone quotazioni. È stato uno scultore prolifico che ha operato per oltre 40 anni, partecipando a numerose esposizioni, tra mostre personali e collettive. Prima allievo di Marino Marini all’Accademia di Belle Arti di Brera, poi subentratogli alla cattedra di scultura e infine direttore. A Brera lasciò un segno inconfondibile: sono sue eredità “la materia scabra e un modellato mosso e ruvido” in certi allievi e nella scultura milanese, dopo il periodo in cui avevano dominato i pieni e i volumi di Marini. **
Il Centro artistico Alik Cavaliere, museo dedicato all’artista, è il punto di partenza e il riferimento imprescindibile per conoscerne la storia e la poetica. Il centro svolge attività di archivio, fornisce garanzia di autenticità delle opere ed è fulcro di un’appassionata attività di divulgazione da parte della famiglia e degli studiosi.
Cavaliere è artista originale, continuamente rivolto alla ricerca e alla sperimentazione. Emana una poesia forte che ci tocca profondamente, e le sculture, come disse Raffaele Andreas, «rivelano un aspetto della realtà che non è comune dove un albero diventa l’albero della saggezza e dell’immortalità.» *** Sperimenta tutti i materiali, nessuno escluso. Scrive la figlia Fania: «di ogni sostanza cercavi la dignità, la logica celata allo sguardo.» **** Alik Cavaliere ha diverse fonti di ispirazione e non si ripete mai: non lavora in serie, esaurito un tema e una tecnica passa ad altro, in una produzione assolutamente originale e poliedrica. Alla domanda: Cos’è per te la scultura?, rispose: «Creare immagini. Immagini che partecipano al proprio tempo e lo indagano in molte direzioni, molto aperte e varie. Oltre a impegnare l’autore, rivolte verso un pubblico, anche immaginario. L’importante è lasciare ampio spazio alla fantasia in modo che il destinatario possa partecipare.»***
Contadini, terra refrattaria, 1952
(qui scaricabile la scheda di approfondimento a cura di Luca Nicoletti)
I due contadini sono – come li definisce Schwartz – attori di una scena muta, in cui non ci sono né una denuncia della sofferenza dello sfruttamento del lavoro né il linguaggio retorico del realismo socialista. Nei Contadini di Cavaliere, realizzati in un materiale povero, la terra refrattaria, c’è introspezione e interesse alla psicologia dei personaggi. Se il soggetto può essere considerato neo realista, la logica con cui li rappresenta non lo è assolutamente. Quello di Alik è un indagare la persone e il temi privati più che i ruoli sociali. Al primo realismo figurativo, dal 1957-58 subentrano poi il “realismo umanistico”, il ciclo dei Giochi proibiti che sfocia nella narrazione surreale delle avventure di Gustavo B, e il tema delle Metamorfosi, che rimarrà centrale in tutta la sua ricerca.
Fioritura, ferro e bronzo colorato, 1967
(qui scaricabile la scheda di approfondimento a cura di Luca Nicoletti)
Quello degli anni Sessanta è un Cavaliere maturo, che inizia ad esplorare il tema delle vegetazioni e della natura, e in cui convivono gli opposti: la vita (i frutti maturi) e la morte (i rami secchi che escono dalle gabbie). Del 1964 è la mostra Arbres (Alberi) alla Galleria Schwarz, che diventerà per lui un riferimento molto importante sul mercato. La natura “fiorisce rigogliosa intorno alle sculture, quando non ne fa addirittura parte”****. Utilizza alberi, cespugli, frutti, radici, rami e si ispira al “De rerum natura” di Lucrezio e al naturalismo filosofico di Tommaso Campanella. Fioritura è in ferro e bronzo colorato, un materiale più pregiato rispetto alla terra refrattaria dei Contadini, elaborato con la tecnica della cera persa.
FONTI
* Arturo Schwarz, Alik cavaliere – Poeta, filosofo, umanista e scultore, anche (quasi una biografia), Electa
** vedi scheda di L. P. Nicoletti
*** Cit. dal filmato di Raffaele Andreassi “Alik Cavaliere scultore” https://www.youtube.com/watch?v=ZGWdavd9Z2k
**** Cit. Fania Cavaliere in storiemilanesi.org