22.10.2021
Artista:Marcello Mascherini
Date:
1906 — 1983, PadovaInformazioni:Scultore, Italia
Link esterno:Archivio Marcello Mascherini
Marcello Mascherini
Scultore
Biografia
Nasce a Udine il 14 settembre 1906. Nel 1912 si trasferisce con la madre a Trieste, importante città dell’Impero Austro-Ungarico, ma nella primavera del 1915 sono entrambi costretti profughi, in quanto sudditi del Regno d’Italia. Stabilitosi ad Isernia, si diploma alla Regia Scuola d’arte applicata all’industria. Rientrato a Trieste alla fine del 1920, s’iscrive nel 1921 alla sezione degli scultori ornatisti dell’Istituto Industriale “Alessandro Volta”, avendo come maestro di riferimento lo scultore Alfonso Canciani (Brazzano, 1863 – Trieste, 1955) e diplomandosi nel 1924. Lavora per un breve periodo nello studio dello scultore Franco Atschko. L’esordio espositivo avviene nel dicembre 1924 a Trieste, mentre l’anno successivo tiene la sua prima personale al Circolo Alessandro Manzoni di Trieste.
Dal 1927 partecipa alle Mostre del Sindacato delle Belle Arti triestino, regionale e nazionale; dal 1931 a tutte le prime dieci rassegne della Quadriennale romana, con sale personali nel 1948 e 1959-1960; alle Triennali di Milano del 1933 (dove riceve il Diploma di medaglia d’argento), 1936, 1951, 1960; a partire dal 1934, ad undici edizioni della Biennale Internazionale di Venezia con sale personali nel 1938, 1942, 1954, 1962; alle Biennali d’Arte Triveneta e Concorsi Internazionali del Bronzetto di Padova (ininterrottamente dal 1951 al 1973), nonché ad innumerevoli esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero.
Nel 1926 partecipa con l’architetto triestino Aldo Cervi al Concorso Nazionale per il Monumento ai Caduti di Como ed inizia ad ottenere incarichi per monumenti pubblici a Trieste, Venezia e Roma. Entra in contatto con lo scultore Libero Andreotti, il pittore Augusto Cernigoj e gli architetti Gustavo Pulitzer Finali e Gio Ponti, iniziando così una lunga attività di collaborazione con artisti ed architetti di fama per la realizzazione di opere d’arte collocate in transatlantici e navi da crociera.
Prestigiosi riconoscimenti gli giungono anche dall’estero: nel 1936 riceve il Diploma d’Onore alla Esposizione d’Arte Italiana Contemporanea a Budapest, il Diploma di Medaglia d’Argento all’Esposizione Internazionale di Parigi nel 1937 e la Medaglia d’Oro per la Scultura all’Esposizione Internazionale di Budapest nel 1938, mentre nel 1939 viene invitato all’Esposizione Universale di New York.
Tra gli anni Trenta e Quaranta la sua scultura acquista ritmo e dinamicità nello spazio, raggiungendo un sentimento plastico che viene ripetutamente premiato nelle importanti rassegne italiane dell’epoca: nel 1940 ottiene da Benito Mussolini il Premio Unico dell’Accademia d’Italia per la scultura; nel 1941, per Eva (1939), il Primo Premio per la Scultura “Medardo Rosso” alla III Mostra del Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti a Milano; per Venere marina (1942) il Primo Premio Nazionale di Scultura “Donatello” a Firenze nel 1943.
Nel 1940, su segnalazione di Giò Ponti, viene invitato a collaborare al riallestimento della sede del Rettorato dell’Università di Padova, il Palazzo del Bo, assieme ad Arturo Martini, Massimo Campigli, Filippo De Pisis, Gino Severini, Bruno Saetti, e Achille Funi.
Nel 1950 ottiene il Primo Premio per uno scultore italiano alla XXV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1950, ex-aequo con Luciano Minguzzi. Risulta poi vincitore del Premio Parigi 1951 a Cortina d’Ampezzo e nel 1953 tiene un’importante personale alla Galerie Drouant – David.
Fa parte del Comitato di Esperti nominato dalla Biennale di Venezia per la partecipazione degli artisti italiani alla I Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile del 1951, esponendo poi alla II Biennale del 1953, quando vince il Premio Acquisto per il Museo d’Arte Moderna di San Paolo. Dal 1953 partecipa ad otto rassegne della Biennale di Scultura di Anversa (Belgio) e tiene a Tokyo due mostre personali nel 1968 e 1972.
Complice la sentita partecipazione al Concorso Internazionale per il Monumento ad Auschwitz del 1958-1959, Mascherini inizia una rimeditazione del proprio stile: le forme allungate, aggraziate e levigate degli anni cinquanta si tramutano dal 1960 in bronzi per lo più drammatici e naturalistici, spesso costruiti tramite calchi di pietra carsica. Alla XXXI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1962 la Commissione nominata dall’Istituto Internazionale di Arte Liturgica gli assegna il primo premio.
Nel 1967 trasferisce definitivamente lo studio e l’abitazione a Sistiana sul Carso, continuando ad intrattenere rapporti ed amicizie con numerosi poeti (tra i quali Lina Galli, Alfonso Gatto, Manlio Malabotta, Biagio Marin, Giuseppe Ungaretti), scrittori ed intellettuali (tra cui Riccardo Bacchelli, Stelio Crise, Gillo Dorfles, Agnoldomenico Pica, Vanni Scheiwiller, Fulvio Tomizza), nonché artisti, galleristi e critici d’arte (tra quest’ultimi Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Fortunato Bellonzi, Jean Bouret, Bernhard Degenhart, Gian Alberto Dell’Acqua, Arturo Manzano, Giuseppe Marchiori, Giorgio Mascherpa, Alessandro Mozzambani, Guido Perocco, Erich Steingräber, Marco Valsecchi).
Nei primi anni Settanta rinnova drasticamente lo stile e a rifugge la figurazione umana: nascono così tra il 1972 e il 1974, i Fiori, una quarantina di bronzi di carattere “mitico – vegetativo”.
Muore a Padova il 19 febbraio 1983.
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